Il miele e i suoi effetti terapeutici

Oggi riproponiamo un articolo scritto da Luca Tufano e dal nostro presidente Aristide Colonna sulla rivista Apinsieme nel mese di novembre.

Il miele e i suoi effetti terapeutici

Attorno alle proprietà terapeutiche dei prodotti dell’alveare si possono osservare due tipi di atteggiamenti molto diffusi: il primo orientamento si caratterizza per l’accettazione fideistica e totale di ogni presunta proprietà, il secondo invece è pervaso da uno scetticismo altrettanto totale e esclusivista. Nel primo caso, gioca una parte importante un certo pregiudizio antiscientifico e antimoderno che induce a cercare nei “rimedi della nonna” e nella medicina antica e “tradizionale”, l’alternativa alla farmacologia convenzionale, ritenuta troppo invasiva o addirittura dannosa. Il secondo orientamento, invece, è dato da una certa forma di supponenza scientista, per cui si ritiene che i rimedi cosiddetti naturali siano dei palliativi, nella migliore delle ipotesi, riponendo una fiducia esclusiva nella chimica come unica risorsa di soluzioni valide.

In realtà, questo atteggiamento, che pretende di essere scientifico, è piuttosto profondamente antiscientifico, in quanto ignora tutte le più recenti acquisizioni nell’ambito della ricerca propriamente detta. È proprio la ricerca scientifica, e non un erbario medievale o un trattato di Ildegarda di Bingen, a dirci che vi sono verificate proprietà terapeutiche dei prodotti naturali come il miele, il polline, la propoli, la gelatina reale. E questo non in virtù di proprietà “magiche”, ma per la presenza di principi attivi, in questi prodotti, in grado di suggerire importanti e innovative applicazioni terapeutiche.


L’Associazione Italiana di Apiterapia ribadisce da sempre la propria ade-renza alla ricerca scientifica e la volontà di proporre l’apiterapia come integrazione alla medicina moderna.
Ciò che proponiamo, anche a livello di divulgazione scientifica, è un’informazione basata sulle più recenti acquisizioni in questo campo, dimostrando, di volta in volta, come i due atteggiamenti pregiudiziali, a cui prima accennavamo, non abbiano ragion d’essere.
Chi vuole avvalersi dei rimedi naturali, dovrebbe tenere conto dei limiti terapeutici che questi principi attivi, come altri, possiedono. Chi, al contra-rio, nega l’efficacia dei principi attivi dei prodotti naturali, dovrebbe semplicemente aggiornarsi, ricorrendo a quella scienza che crede di rappresentare.

In tempi recenti, il miele è stato testato in diversi studi in vivo e in vitro. Sono state così verificate le sue attività antiossidanti, antinfiammatorie, antibatteriche, antilipidemiche (cioè di abbassamento del colesterolo e dei trigliceridi nel sangue) e antitumorali. In particolare sono state dimostrate le capacità antiossidanti del miele, che contribuiscono alla prevenzione di vari stati infiammatori acuti o cronici. Gli acidi fenolici e i flavonoidi sono noti per avere effetti antineoplastici grazie alla loro azione di contrasto ai radicali liberi. I ricercatori si sono generalmente concentrati sugli effetti antiproliferativi, genotossici e apoptotici (nota 1) del miele.

Effetti antiproliferativi sono stati dimostrati in una varietà di tessuti di cellule tumorali del seno, del colon-retto, della prostata, del cavo orale. I composti polifenolici del miele sono stati considerati uno dei principali fattori responsabili dell’attività anti-proliferativa.

Tuttavia, i meccanismi di questi effetti e la relazione con il tipo di miele (origine botanica) e il suo contenuto polifenolico non sono stati chiariti in dettaglio.

Uno studio recentemente pubblicato, si è proposto lo scopo di chiarire questi meccanismi, esaminando gli effetti di due diversi campioni di miele, selezionati rispetto al profilo fenolico e ai flavonoidi (nota 2).

Le due varietà di miele utilizzate da Kocygit e colleghi, provenienti dalla Turchia, sono il miele di melata Quer-cus pyrenaica, con contenuti elevati di fenoli e antiossidanti, e un miele multiflorale con un contenuto di fenoli e antiossidanti più basso.


I due campioni sono stati usati per incubare per 24 ore delle cellule AGS (cellule di adenocarcinoma dello stomaco) e sono quindi stati verificate la vitalità delle cellule tumorali, i danni al DNA, l’apoptosi e la generazione di ROS. I ricercatori hanno così verificato che il miele di melata di-mostrava delle capacità citotossiche, apoptopiche e genotossiche superiori rispetto al miele millefiori, il che è in evidente relazione con la maggio-re presenza di flavonoidi e fenoli.


Questa azione potrebbe essere correlata alle proprietà pro-ossidanti dei mieli, e non solo alle funzioni antiossidanti sin qui ampiamente studiate. I pro-ossidanti sono sostanze chimiche che inducono uno stress ossidativo, attraverso la creazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) o l’inibizione di sistemi antiossidanti. Lo stress ossidativo prodotto da queste sostanze può danneggiare cellule e tessuti.

Il miele di melata ha rivelato di inibire la proliferazione di cellule tumorali già a concentrazioni molto basse, confermando alcune indicazioni fornite da Fernandez-Cabezudo et altri che per il miele di manuka avevano verificato la capacità del miele di manuka al 0,6% di proliferazione cellulare.

Questo meccanismo inibitorio della proliferazione delle cellule tumorali sembra dipendere dalla produzione di ROS delle cellule tumorali, che viene condizionato dalla presenza dei fenoli del miele, i quali in questo modo condizionano la vitalità delle cellule attraverso un’azione pro-ossidante.
In conclusione, la ricerca ha mostrato come basse concentrazioni di campioni di miele avevano effetti proliferativi a causa della loro attività antiossidante (già ampiamente di-mostrate in altri contesti), mentre più elevate concentrazioni avevano effetti citotossici, genotossici e apoptotici a causa delle attività pro-ossidanti nelle cellule tumorali.


Tutti questi effetti erano maggiori con il miele di melata, che possedeva un contenuto fenolico più elevato rispetto al miele multiflorale.

Questi dati suggeriscono un possibile utilizzo futuro, ancora tutto da definire nelle applicazioni terapeutiche, a integrazione e supporto dei trattamenti convenzionali nelle cure del cancro.

Note

1) L’apoptosi indica una forma di morte cellulare programmata, che comporta diversi segnali biochimici.
2) Si tratta di «Quercus pyrenaica Honey-dew Honey With High Phenolic Con-tents Cause DNA Damage, Apoptosis, and Cell Death Through Generation of Reactive Oxygen Species in Gastric Adenocarcinoma Cells» di A. Kocygit e colleghi, pubblicato il 26 settembre 2019 da «Integrative Cancer Therapies».

Medicare le punture di riccio, un consiglio dalle api

Medicare le punture di riccio. 

1. Pulire la zona interessata con acqua di mare pulita poi con
acqua dolce. 

2. Applicare su tutta la zona interessata ittiolo. (pomata di 
origine minerale con proprietà antisettiche, 
antinfiammatorie e decongestionanti). 

3. Lasciare agire per 15 minuti

4. Con una pinzetta rimuovere gli aculei, che rimarranno 
attaccati all’ittiolo, per poi rimuovere i rimanenti residui di 
pomata. 

5. Lavare con acqua ed applicare uno spesso strato di miele
Lasciare fasciato per 24 ore. 

6. Il miele non solo manterrà sterile la zona ma farà affiorare 
gli aculei rimasti.

Qui puoi leggere gli altri consigli delle api per l’estate (scottature, tagli sugli scogli, colpi di calore…).

Estate, ferite da spiaggia. I consigli delle api

Ecco un altro utile consiglio che ci può aiutare a curarci in modo efficace con un pensiero alla natura.

Nelle vacanze spesso capita, durante delle passeggiate sulla battigia o sugli scogli, di farsi tagli ed escoriazioni che se non trattati correttamente finiscono per infettarsi e fare un gran male rovinando il nostro tanto meritato riposo.

L’Associazione Italiana di Apiterapia consiglia l’uso del miele per il trattamento delle ferite perché aiuta sia la cicatrizzazione che a combatte l’insorgere di infiammazioni.

Anemoni di mare, celenterati che possono annidarsi tra gli scogli e provocare piccole cisti o addirittura infettare ferite che poi stentano a cicatrizzarsi. Non solo.

Il caldo di questi mesi rende la nostra pelle più vulnerabile, perché ne modifica la sudorazione ed il “pH”.

Così anche un banale taglio o una piccola trascurabile ferita può trasformarsi in un problema. E i casi di ferite che s’infettano, quest’estate sono aumentati: lo conferma il dottor Massimo Ceccarini, primario di Dermatologia dell’Asl 6 di Livorno. Non che sia un fenomeno del tutto nuovo, questo, ma indubbiamente è cresciuto di dimensioni tanto che in questi giorni anche alcuni medici di famiglia hanno lanciato l’allarme.

Estate e colpo di calore, i consigli delle api

Ciao a tutti, oggi continuiamo a parlare delle possibili applicazioni, in estate, dell’apiterapia. Dopo le scottature (ricordate, mettere sulle zone interessate un cucchiaio di miele con l’aggiunta di un cucchiaino di olio d’oliva. Si crea un’emulsione da mettere due volte al giorno…), oggi è la volta dei colpi di calore.

Dunque, colpo di calore e reidratazione. Vi mettiamo alcune immagini che raccolgono dei consigli generali.


Inoltre, per la reidratazione può essere utile un infuso di tè, con alcune foglie di menta e due cucchiai di miele, il tutto sciolto in 1 litro d’acqua fresca non ghiacciata.


Ciao e alla prossima, Associazione Italiana Apiterapia.

Estate, miele per le scottature

Tempo di vacanze e uno dei problemi più frequenti è l’eccessiva esposizione al sole! In caso di scottature, l’Associazione Italiana Apiterapia consiglia di mettere sulle zone interessate un cucchiaio di miele con l’aggiunta di un cucchiaino di olio di oliva. Si crea un’emulsione che metterete due volte al giorno con sorprendenti risultati rinfrescanti e cicatrizzanti in pochi giorni!

LUNA DI MIELE CON LA PELLE

pelle soleLe nostre care api sono in procinto di affrontare il caldo estivo e noi? Noi forse. Il sole e le calde giornate ci spingono però verso il solito armadietto, dove, tra una confezione di colluttorio e cerotti, troviamo le creme della scorsa estate. Felici di aver gabbato così l’emergenza spiaggia senza ombrellone e le sgradevoli ustioni solari seguenti, allunghiamo nella nostra borsa questi flaconi dai colori sgargianti, arricchite di promesse di splendide abbronzature tropicali. Continua a leggere

L’ Apicosmesi, ovvero lo studio dell’Universo per raggiungere la Bellezza ideale, con l’aiuto delle Api

apicosmesi1La cosmesi è l’arte alla base della cura della bellezza e la cosmetica è l’insieme delle tecniche per raggiungere il risultato migliore. Che sia legato al riequilibrio, al ritorno all’ordine naturale, beh, ci sembra un poco “tirato”, ma in realtà è nel profondo significato della parola (dal greco κόσμος, kosmos) che troviamo il nesso, giacché il significato etimologico di cosmo è “ordine”. Continua a leggere

Un aiuto dalle api per il benessere del nostro microbioma intestinale e del nostro organismo

microbiota-intestinalSpesso, ci fa piacere credere che in alcuni campi della ricerca si sia arrivati a conclusioni chiare e incontrovertibili. Raggiungiamo, in tal modo, un senso di sicurezza superiore alla normale osservazione che “non si finisce mai di imparare”, cioè che ci si muove sempre nella vaghezza del “sembrare”. In questi giorni rimbalza nella comunicazione scientifica la scoperta di forme isomeriche (strutture molecolari che sembrano simili, ma non sono uguali, come la mano destra e quella sinistra) dell’umile acqua. Continua a leggere

C’è un motivo se il rimedio naturale che preparava la nonna per il mal di gola funziona

acquamiele2La gola (tecnicamente “faringe”) è una struttura che collega la bocca ed il naso all’esofago e la laringe.  Consente la deglutizione, la respirazione, l’emissione di suoni e facilita l’audizione.

Ci sono numerose cause del mal di gola tra cui allergie, fumo, infiammazione delle tonsille (tonsillite), tumori, ecc.

Un tempo era frequente preparare rimedi che erano efficaci proprio in virtù dell’azione dei singoli ingredienti impiegati.  Vediamo come si prepara un rimedio naturale per il mal di gola a base di miele, limone, zenzero e camomilla. Continua a leggere